Le parole pronunciate senza consapevolezza possono ferire profondamente.
Pensando agli insegnamenti di Gurdjieff e alle espressioni più “moderne di Tiziano Cerulli”, li associo agli insegnamenti di Gesù. Le parole pronunciate senza consapevolezza possono ferire profondamente.
Gurdjieff diceva che, prima di parlare con qualcuno, dovremmo chiederci se quella persona è in grado di comprendere ciò che vogliamo dire. Se parliamo, ma sappiamo che non possiamo essere capiti, allora perdiamo tempo ed energia. Coloro che sono consapevoli parlano solo quando sono sicuri che l’altro possa capire.
L’incomprensione è qualcosa di comune tra le persone. Può variare da un piccolo litigio a grandi conflitti. Perché? Perché ogni parola può avere un significato diverso per ciascuno di noi, a seconda delle nostre esperienze e del nostro livello di coscienza. Quindi, l’incomprensione tra le persone è, in realtà, normale.
Se pensate che tutti debbano comprendere ciò che dite o ciò che dicono i “Maestri” come lo percepite voi, vi sbagliate. L’illusione è un ostacolo a vedere la realtà così com’è. La vita segue le sue regole, che sono più complesse della semplice nozione di “giusto” e “sbagliato”. La vita non è morale o immorale, ma semplicemente amorale.
Le nostre convinzioni sulla realtà non sono la verità “oggettiva”, ma solo un’immagine interiore di ciò che crediamo. Entriamo in conflitto a causa delle nostre convinzioni, che spesso sono più idee che esperienze reali.
Ad esempio, qualcuno che non ha vissuto l’amore incondizionato o il perdono può parlare di essi, ma non può capire davvero di cosa sta parlando se non ha vissuto quell’esperienza. Lo stesso vale per la sessualità, la malattia e il lutto. Come può qualcuno parlare di qualcosa che non ha sperimentato? Come può un terapeuta aiutare una persona depressa se non ha mai provato la depressione?
Sperimentare significa trasformarsi… vivere l’esperienza… per andare oltre la logica razionale. Per crescere, dobbiamo abbandonare le nostre credenze.
Non credete a nessuno, nemmeno ai “Maestri” o a coloro che pretendono di essere autorità. Non credete nemmeno a voi stessi, ma solo alla vostra esperienza… nessuno può dirvi cosa è giusto o sbagliato, e neanche voi potete dirlo agli altri.
Decidete cosa è “giusto” o “sbagliato” per voi attraverso l’esperienza e assumetevi la responsabilità della vostra vita, ma ricordate che nessuno vi capirà completamente, perché siamo sempre soli nella nostra esperienza.
Le parole sono il modo in cui comunichiamo, anche se ci scontriamo con le barriere del linguaggio. Il mondo umano è intersoggettivo e le nostre relazioni si basano sulla negoziazione del significato delle parole. Ma le relazioni non riguardano solo le parole; spesso, le parole possono separarci.
Spesso ci comportiamo così: “Io ho ragione secondo il mio modo di pensare, e l’altro ha torto perché il suo pensiero è diverso.” Questo fenomeno è amplificato sui social media, dove ci offendiamo, giudichiamo e ci offuschiamo a vicenda per imporre la nostra visione del mondo.
L’arte, ad esempio, nasce dall’anima attraverso un linguaggio simbolico, che arriva direttamente al cuore. Senza una comunicazione da cuore a cuore, le persone non possono comunicare efficacemente.
Dovremmo imparare ad apprezzare il silenzio, non da un atteggiamento di superiorità, ma perché è importante vedere se ciò che vogliamo dire può essere veramente compreso dall’altro.
L’incomprensione è dovuta tal volta a chi parla.
Ho passato molto tempo ed energia cercando di essere compreso da coloro che, credevo, mi potevano capire, ma ho capito che il problema ero io. Non puoi parlare con qualcuno che non ti sente e non puoi mostrare il tuo mondo interiore a qualcuno che non lo vede. Non puoi pretendere che qualcun altro ti capisca completamente… perché qualcun altro non è te. Qualcun altro è diverso da te. Qualcun altro non è dentro di te.
“Le donne vorrebbero che gli uomini le capissero… gli uomini vorrebbero che le donne li capissero… i musulmani vorrebbero che i cristiani li capissero… i cristiani vorrebbero che i musulmani li capissero… i buddisti vorrebbero che i musulmani li capissero… è sempre stato così, ma nulla è cambiato.”
Chi ha scelto di “risvegliarsi” e lavorare su di sé è pronto a percepire la verità in base allo sforzo che mette nella conoscenza di sé. La verità non si conquista gridando di avere ragione, ma ascoltando più i silenzi che le parole. La verità si trova spesso nel silenzio profondo in cui Dio stesso si esprime.
La somiglianza tra il testo presentato e i passaggi biblici “non gettate le perle ai porci” e il consiglio di Gesù ai discepoli può essere compresa così:
“Non gettate le perle ai porci” si riferisce all’idea che le cose preziose, come gli insegnamenti profondi e la saggezza, non dovrebbero essere offerte a coloro che non possono apprezzarle o comprenderle. Allo stesso modo, il mio testo riassume e sottolinea l’importanza di parlare solo con coloro che sono in grado di comprendere e apprezzare il nostro messaggio, poiché altrimenti la comunicazione può essere una perdita di tempo ed energia. In entrambi i casi, si parla del valore del messaggio e della necessità di condividerlo solo con chi può comprenderlo.
Gesù consigliava ai discepoli di non diffondere i loro insegnamenti in modo avventato, ma di concentrarsi su coloro che erano pronti a riceverli. Questo è in linea con il pensiero che non tutte le persone hanno lo stesso livello di coscienza e, quindi, non tutti possono comprendere o apprezzare i messaggi profondi. In questo modo, il nostro testo riflette l’idea che parlare con chi non è pronto a comprendere può essere inefficace e può portare a incomprensioni e conflitti inutili.
Secondo il testo biblico, la discesa dello Spirito Santo, o Pentecoste, descritta negli Atti degli Apostoli, capitolo 2 del Nuovo Testamento, è un evento che segna non una confusione delle lingue, ma un’unione attraverso lo Spirito Santo che ha permesso la comunicazione tra popoli diversi. Al contrario, la confusione delle lingue, dove le persone non si comprendevano più tra loro, è legata a un altro evento biblico, la Torre di Babele, in Genesi 11:1-9.
Quindi, l’incomprensione tra le persone non è legata solo alla lingua, ma al livello di coscienza e alla profondità della comprensione spirituale.
Così come una stazione radio non può essere ascoltata se non è sulla giusta frequenza, allo stesso modo le nostre anime devono vibrare sulla stessa frequenza spirituale per comprendere veramente i messaggi divini. Quando non riusciamo ad allinearci a questa frequenza, ci perdiamo nel rumore del mondo e ci risulta difficile connetterci alle verità profonde che ci vengono trasmesse. Non si tratta solo di parole, ma dell’apertura del cuore e della mente per risuonare con ciò che è sacro ed eterno. Quando la nostra coscienza è in armonia con gli insegnamenti spirituali, la comprensione avviene in modo naturale, e la comunicazione diventa un’esperienza di condivisione della luce divina.
In tutti questi contesti, il messaggio centrale è quello di essere consapevoli del livello di comprensione dell’interlocutore e di adattare la comunicazione in modo che sia efficace e costruttiva, evitando di sprecare energia e tempo con chi non può apprezzare o comprendere veramente il messaggio.