Cosa significa essere un “uomo”

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L’essenza dell’uomo sta nell’essere se stesso.

Quando riflettiamo sui messaggi che trasmettiamo su cosa significhi essere uomo, è essenziale pensare agli effetti profondi di queste aspettative sull’anima umana. Le nostre bisnonne, che hanno perso i loro uomini in guerre spietate e hanno cresciuto i loro figli in mezzo alla sofferenza e all’assenza, ci offrono una lezione di saggezza e profondo dolore. In quei tempi difficili, hanno conosciuto il costo gravoso della guerra e hanno compreso la necessità di creare un mondo in cui gli uomini non fossero costretti da regole rigide e inflessibili.

Il messaggio che “un uomo non deve piangere” è stato un’eredità dolorosa, che ci ha impedito di riconoscere che la vulnerabilità non è una debolezza, ma una parte essenziale della nostra comune umanità. Quando diciamo “sii uomo”, in realtà stiamo chiedendo agli uomini di seppellire le loro emozioni e di negare gli aspetti più delicati del proprio sé. Questo non solo li priva della libertà di vivere autenticamente, ma contribuisce anche a perpetuare norme sociali dannose.

Come madre e come terapeuta, desidero vedere un cambiamento profondo nel modo in cui cresciamo i nostri figli e in come comprendiamo la mascolinità. Ricordiamoci che la vera forza di un uomo non si misura dal suo stoicismo, ma dalla sua capacità di essere empatico, sensibile e aperto. Educhiamo i nostri figli in un ambiente in cui l’espressione dei sentimenti e delle vulnerabilità non sia solo accettata, ma anche celebrata. In questo modo, possiamo contribuire alla costruzione di un mondo in cui gli uomini siano realizzati e autentici, non vincolati da vecchie e dannose aspettative. Questo è un cammino verso la guarigione e verso una società più equa e amorevole.

Sono entusiasta delle nuove consapevolezze sulla mascolinità, specialmente dopo aver letto il testo di Freeman Michaels! “SII UOMO – è un attacco verbale all’umanità di un uomo!”

“Il modello di mascolinità in cui io, come la maggior parte degli uomini, sono cresciuto, implica una chiusura sistematica di sé, la repressione e l’intorpidimento della nostra esperienza emotiva (eccetto per la rabbia). La tristezza non è da uomo, il senso di sopraffazione non è da uomo – dubbio, preoccupazione, insicurezza, solitudine – tutte queste sono “non maschili”.

Quello che diciamo veramente quando diciamo “sii uomo” è, in realtà, “sii soldato”. La spiegazione sociologica della condizionamento degli uomini è quella di prepararli per andare in guerra. La rabbia è l’unica emozione che motiva un uomo a mettere in gioco la propria vita per cercare di “conquistare la collina” dal nemico – ecco perché questa emozione viene mantenuta – tutto il resto è socialmente inaccettabile per gli uomini.

Ora il mondo ha bisogno di uomini con più compassione. A mio avviso, il razzismo, il sessismo e l’omofobia sono direttamente legati al patriarcato. Il patriarcato è il motivo per cui siamo sempre in guerra o oscilliamo al limite della guerra. Il patriarcato è il motivo per cui distruggiamo il nostro pianeta. E il patriarcato è alimentato e sostenuto dall’abuso emotivo sistemico che gli uomini subiscono fin da un’età molto precoce (intorno ai 3 o 4 anni), quando ci viene detto di non piangere, di “lasciare perdere”, di essere duri, ecc.

Oggi, essere chiamato “tipo sensibile” è per lo più un insulto. Vorrei vedere questo cambiamento.”

(Freeman Michaels)

Cosa significa, davvero, essere uomo? Quali sono le qualità, i valori e i comportamenti che definiscono un uomo? È importante riflettere sulle idee, credenze e convinzioni che ci sono state trasmesse nel corso del tempo dalla società. Sono veramente in armonia con l’essenza profonda di cosa significa essere uomo? Forse è il momento di pensare più profondamente a questi aspetti e vedere se sono allineati con la nostra autenticità e i nostri valori interiori.

Pertanto, è essenziale chiederci se i modelli imposti dalla società riflettono davvero ciò che siamo o desideriamo essere come uomini. Forse la definizione di mascolinità non dovrebbe basarsi solo sulle aspettative esterne, ma piuttosto su un insieme di valori profondi come rispetto, empatia, integrità e autenticità. Essere uomini non dovrebbe significare conformarsi agli stereotipi, ma scoprire la propria identità, in equilibrio con chi siamo veramente e come ci relazioniamo agli altri.

In questo senso, la riflessione su queste convinzioni diventa un passo necessario per capire se ciò che abbiamo ereditato è in armonia con la nostra vera natura.

Così, ognuno di noi può scoprire la propria definizione, al di là delle pressioni o delle norme imposte dalla società.

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