Non è un capriccio, ma un bisogno di tutti.
Nelle profondità delle nostre radici ancestrali, l’albero genealogico abbraccia con un amore sconfinato ogni bambino, desiderando che ciascuno venga visto, riconosciuto e amato. Qui, in questo luogo sacro della nostra memoria, si trovano anche quei bambini che, pur non avendo mai messo piede su questa terra, hanno lasciato un’impronta nel cuore dell’albero. Che siano stati persi prima di nascere o che se ne siano andati troppo presto, questi piccoli destini non sono mai insignificanti. Aspettano di essere onorati e riscaldati dall’amore che noi, come parte di questo albero, siamo chiamati a offrire loro.
Ricordo questi bambini e il loro luogo sacro, così come ricordiamo le rondini che fanno il nido nelle profondità della terra, anche quando non sono visibili. Ogni esistenza, per quanto breve, ha il suo valore e la sua importanza. Nel silenzio che spesso avvolge questi destini non compiuti, il nostro amore può diventare un ponte tra i nostri mondi. E, anche se non siamo consapevoli della loro presenza nella nostra famiglia, nel nostro cuore c’è sempre spazio per portarli nei nostri pensieri, per dedicare loro momenti di tenerezza e per offrire loro un posto d’onore.
Quando impariamo ad aprirci a queste vite invisibili, ci connettiamo con tutta la complessità e la fragilità della nostra umanità. Creiamo spazio nel nostro cuore per questi bambini, offrendo loro un luogo di amore e riconoscimento. In questo processo, ci apriamo a una comprensione e compassione più profonda, abbracciando tutta la nostra storia e tutte le storie, visibili e invisibili, che ci formano. Così, con il cuore pieno di calore, possiamo onorare questi bambini, offrire loro conforto e dedicare loro un luogo sacro dentro di noi.
