La Parola — frequenza, energia e vibrazione

Tabella dei Contenuti

Le parole non sono solo suoni.

Sono energie con vibrazioni che toccano. E a volte fanno male. Altre volte guariscono. Ma sempre, sempre lasciano un’impronta.

Viviamo in un mondo in cui la battuta è diventata un’arma, e il sorriso spesso nasconde una ferita aperta. Siamo arrivati a offenderci per affetto, a lanciare parole pesanti per gioco, senza renderci conto che alcuni cuori non sanno difendersi.

Quante volte abbiamo sentito frasi come:
“Ma dai, sei matta?”
– “Non sei normale!”
– “Ma sei scemo? Forse ti verrà un po’ di buon senso…”

Ma perché vediamo la “follia” in chi non pensa come noi? Perché dobbiamo tradurre l’unicità dell’altro come “anormalità”? Come abbiamo fatto ad abituarci a guardarci con lenti strette, che giudicano anziché amare?

Parole come “scema”, “svampita”, “idiota”, “pazza” sono bombe energetiche che lanciamo  inconsapevolmente nello spazio dell’altro. E forse ci divertiamo un istante, ma in quell’anima, in quella vibrazione, si apre una crepa. Una persona sensibile non ti dirà che l’hai ferita. Magari sorriderà, ma il suo cuore porterà una cicatrice.

Non si tratta di diventare fragili. Si tratta di diventare umani. Di risvegliare la coscienza e sentire il potere reale delle nostre parole.

Perché sì, ogni parola ha una frequenza. E ciò che pronunci ti eleva o ti abbassa. Rafforza il tuo campo energetico o lo rende vulnerabile.

Io scelgo, per amore, di fare attenzione.
Scelgo di dire:
– “Amore mio, quanta luce c’è in te.”
– “Tesoro, che profondità nei tuoi sentimenti.”
– “Ti vedo. Vedo la tua anima. E la onoro.”

Invece di “Sei matta” — scelgo di dire “Sei unica”.
Invece di “Svampito” — dico “Sei sorprendente”.
Invece di “Non sei normale” — dico “Ti vedo, anche se non capisco tutto ciò che sei”.

Perché ogni essere umano è una storia sacra. E quando parliamo a qualcuno, parliamo a quella storia.

Le parole non sono solo suoni che volano nell’aria. Sono vibrazioni che creano realtà. Possono diventare rifugio o spada. Carezza o giudizio.

Sceglile con coscienza. Sceglile con il cuore. Sceglile come se, attraverso di esse, potessi toccare il cuore di Dio nell’altro.

Non domandarti più perché ti senti pesante, se saboti la tua pace con ciò che dici. Non stupirti se ti senti confuso, se abbassi da solo la tua frequenza.

Dì la verità, ma fallo con amore. Esprimi ciò che senti, ma scegli di non ferire. Perché a volte le nostre parole possono diventare preghiere. O lame. E in un mondo già ferito, forse la più grande guarigione è imparare a parlare con dolcezza.

La parola può essere balsamo, non farla bisturi.

Parla come se qualcuno di sensibile ti stesse ascoltando. Forse sei proprio tu quel qualcuno.

Le parole che portano luce, che sostengono, che accarezzano, hanno una vibrazione elevata oltre i 300 Hz e agiscono in modo sottile ma profondo nella nostra struttura energetica.

Lì abitano le frequenze del coraggio, dell’apertura, dell’amore incondizionato. Sono parole che non solo migliorano una giornata, ma sollevano l’intera anima di chi le pronuncia e di chi le riceve. 

Non si tratta di esagerazione spirituale, né di paura o rigidità mistica. Si tratta di igiene energetica. Di cura dell’anima. Di pulizia nel linguaggio e sacralità nell’espressione.

Si tratta di rispetto per te stesso, per le persone care, per lo sconosciuto che incontri in una giornata apparentemente banale. Di non spargere più caos e turbamento attorno a te — neanche per scherzo, neanche “per gioco”.

Le parole non sono semplici espressioni. Le parole sono energia. Sono vita. Sono direzione. Tutto ciò che pronunci diventa realtà sottile. Si propaga, ritorna, modella. Con le parole crei. E ciò che crei, vivi. Possono avere l’effetto boomerang.

Scegli le parole con cuore sveglio. Con saggezza, non con fretta. Con presenza, non con stanchezza.
Fai attenzione a ciò che lasci dietro di te con ciò che dici. Ogni parola è come un seme. E l’universo, nel suo silenzio, la farà germogliare.

Grandi saggi, mistici e santi del mondo ci hanno detto tutti la stessa verità ognuno con il linguaggio del proprio tempo: Gesù disse: “In principio era il Verbo, e il Verbo era Dio.”
Arsenie Boca ci ricordava con dolcezza e fermezza: “La parola, una volta pronunciata, prende vita nell’aria e agisce.”

E allora, se vogliamo sentire più vicina la presenza divina, se vogliamo rafforzare il nostro campo energetico, se desideriamo aprire nuove porte del possibile nella nostra vita  forse è tempo di pronunciare parole diverse.

Parole alte, parole pure, parole benedicenti. Parole che ci avvicinano a Dio, non che ci allontanano dalla nostra anima. Parole che ci aprono all’Universo, ai miracoli, alla verità. Parole che creano ponti tra le persone, non baratri.

Perché quando parliamo con amore, con dolcezza, con presenza, trasformiamo la nostra vita.
Trasformiamo noi stessi.

Le parole possono liberarci dai limiti, sollevarci dalla paura, riportarci davanti al nostro destino con dignità.

E forse il dono più bello è che, quando scegli di parlare con luce, attorno a te cominciano a fiorire anche gli altri.

POTREBBERO ANCHE INTERESSARTI